


Like a Dam (form archive), 2005-2025
Reclaimed wood materials, polypropylene containers, labels, metal shelving, LED light fixtures /
materiali lignei di recupero, contenitori in polipropilene, etichette, scaffalatura metallica, plafoniere led.
cm 220x40x146h
EN
A significant component of Giovanni Longo’s practice takes place along the fiumare of Calabria – seasonal watercourses that alternate between drought and flood, generating an ecosystem in constant transformation. For over twenty years, Longo has engaged with this natural cycle, retrieving driftwood shaped by the current. Through a process of comparison and classification, these fragments become part of anatomical structures – complete or evoked – that engage with space and time, enacting a kind of evasion from their place of origin.
“Engaging with the action that the river current exerts on these shrubs,” the artist explains, “is not merely a matter of recovery, but of interference. It is as if a dam were to divert this flow of matter, redirecting it elsewhere – such as an exhibition space. The spaces of interaction thus become twofold: the place of collection and the place where the process is completed, where these elements are removed from time, aspiring to become poetic devices.”
Like a Dam (form archive) is situated between these two temporal phases: a layered repository of wooden materials, archived according to visual and morphological analogy. The work is not a staging, but a working tool – a functional part of the process. It presents a metanarrative of care, dedication, and obsession, revealing how even the most minimal object – through a simple label – can return to significance, assuming a form of quiet resistance within the artificial condition of contemporaneity.
IT
Una componente significativa della pratica di Giovanni Longo si sviluppa lungo le fiumare calabresi (nel sud Italia), corsi d’acqua stagionali che, in alternanza tra piena e siccità, danno vita a un ecosistema in continua trasformazione. Da oltre vent’anni, Longo intercetta questo ciclo naturale, asportando il materiale ligneo modellato dalle correnti. Questo, attraverso una comparazione e classificazione, diverrà parte di strutture anatomiche complete o evocate che dialogano con lo spazio e il tempo, attuando un’evasione dai luoghi di origine.
“Inserirsi nell’azione che la forza della corrente dei fiumi compie su questi arbusti – spiega l’artista – non riguarda solo il mero recupero bensì un’interferenza. È come se una diga deviasse questo flusso di materia portandola altrove, come un luogo espositivo. Gli spazi d’interazione divengono quindi due: quello dove avviene il prelievo e quello dove si completa il processo, che porta questi elementi alla privazione del tempo aspirando a essere dei dispositivi poetici”.
A metà tra questi due momenti temporali si pone il progetto Like a Dam (form archive): un corposo magazzino di materiali lignei archiviati per analogia visiva e morfologica. L’opera non è uno staging, ma uno strumento di lavoro da consultare, parte integrante del processo. Una metanarrazione che racconta di cura, dedizione, ossessione, esponendo l’oggetto minimo che – attraverso una semplice etichetta – può tornare a significare, assumendo una forma di silenziosa resistenza nell’artificiosa contemporaneità.
